Dopo quelle relative alla privatizzazione, altre brutte notizie sul fronte dell’acqua. E’ rincarata del 4,6% rispetto al 2006, con record ad Agrigento e a Novara: il 38 e il 32%.
Ha fatto i conti Cittadinanzattiva. Rincari, prezzi assolutamente disomogenei e non solo.
Su 100 litri che entrano negli acquedotti italiani, 35 vanno sprecati. Ma attenzione: è la media nazionale. Nel Sud vanno sprecati 49 litri su 100.
Secondo i calcoli di Cittadinanzattiva, la spesa media di una famiglia per l’acqua oscilla fra i 107 euro di Milano ed i 445 di Agrigento. La cifra comprende anche i canoni relativi a fognature e depurazione e la quota fissa.
Eppure, a Milano come ad Agrigento, si tratta sempre della medesima acqua. L’acqua umile quanto preziosa ed indispensabile per vivere.
La media nazionale vuole che una famiglia spenda 229 euro all’anno per l’acqua. L’aumento è stato del 4,6% rispetto al 2006, ma ben del 32% fra il 2002 e l’agosto scorso.
I prezzi comunque sono molto diversi da regione a regione, addirittura da città a città. Una giungla di tariffe, insomma, applicate ad un servizio di primissima necessità.
Ma trovo ancor più inquietante – se possibile – la faccenda degli sprechi. Gli acquedotti italiani – che resteranno di proprietà pubblica anche quando la gestione sarà privatizzata – sono forati come colabrodi.
Il peggiore di tutti è il Molise: va sprecato addirittura il 65% dell’acqua immessa nell’acquedotto. Seguono la Calabria, 52%, e la Sardegna, 49%.
Via “Blogeko”