Obama stringe la mano a Chavez e va a trovare i leader latinoamericani riuniti in summit. Molto carino da parte sua. Ma non si fa in tempo a commuoversi, che si apprende come la mossa del Presidente sia stata determinata, tra l’altro, dall’arrivo di una pesantissima concorrenza.
Racconta Huffington Post che in Sud America è arrivata la Cina. Non è una sorpresa per noi: dal 2006 Cina e Venezuela “inciuciano” e Chavez vende loro petrolio. Da tempo inoltre seguiamo la lista della spesa cinese (qui e qui), e anche il loro cinico comportamento che non li rende davvero migliori rispetto ad altri e più chiacchierati colonialismi.
Ora la faccenda si fa ancora più seria. Si firmano contratti per il petrolio in Venezuela e in Brasile, per l’idroelettrico in Ecuador, per il rame in Cile, si prestano soldi all’Argentina. Ma la vera novità è… l’importazione di acqua, attraverso la soia. Ovvero: la Cina sta soffrendo per una siccità che non accenna a placarsi, ed ha bisogno di soia per nutrire polli, maiali e bovini che in maniera crescente finiscono sulle tavole della classe media cinese. Così, in Brasile cresce esponenzialmente la percentuale di suolo dedicata alla soia, che ha raddoppiato il suo valore sul mercato negli ultimi anni, proprio grazie all’abbondante presenza di acqua sui terreni brasiliani, e si mette ancora di più in pericolo la foresta pluviale.
La competizione sulle terre brasiliane diventa allora feroce, tra la canna da zucchero per i biocarburanti, la soia cinese e la produzione agricola per il mercato locale. Non si sa in futuro chi riuscirà a mangiare, se i brasiliani, i cinesi o le automobili. E per quanto riguarda bere… beh, quella è un’incognita per tutti.
Da blogsfere.it del 20 aprile 09