Archeologia e Follia.Ritaglio del presente nella storia di Roca

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Archeologia e… follia
Guardando con occhio di meraviglia gli interessantissimi e preziosi reperti antichi  del progetto espositivo “Roca del Mediterraneo” vien fatto di pensare che la storia si svolga in modo elicoidale.Ritornando più volte e in maniera irresistibile verso l’origine, tutti questi reperti suscitano e stimolano una sempre nuova attenzione e un profondo interesse non solo per le forme antiche ma anche per le magistrali tecniche con le quali sono ricomposti e riportati a noi. Proprio queste tecniche accendono nella fantasia di ognuno secondi messaggi di amore per il passato, che è lontano nel tempo ma che continua a commuoverci e adalimentare la nostra immaginazione creativa.In questo contesto magico non si può che intervenire con un pizzico di sana follia…

Riccardo Dalisi in una prospettiva singolare che mescola sculture immaginarie, simboliche e preistoriche con il racconto, anche visivo, delle origini della civiltà e del loro avvicendarsi avendo sempre come confine l’uomo di oggi, il tutto attraverso la storia dei numerosi popoli che hanno abitato Roca, un angolo di terra affacciato sul Mediterraneo. Una mostra nella mostra, provocatoria e nello stesso tempo universale, nella quale il passato viene contaminato e esplorato per interpretare l’uomo contemporaneo e la sua follia di sopravvivenza. Riccardo Dalisi affronta l’affascinante trama della mente umana lungoil corso dei secoli, dove la storia, “magistra vitae”, cede il passo all’immaginario, dove i “pazzi” aprono vie che poi percorreranno i savi e dove “senza il condimento della follia non può esistere piacere alcuno”.

Cintya Concari

La follia? Due concetti distinti, uno orientato alla società, l’altro all’individuo. Nel concetto di follia legato alla società il matto è colui che è più cosciente delle convenzioni e dell’assurdità della vita borghese mentre il concetto umanisticoritiene che non è il funzionamento conforme ad una data società a determinare che cosa sia la salute psichica, ma criteri insiti nell’uomo stesso.I creativi sono un po’ folli, perché hanno dentro di loro, una forma di azione-reazione che li porta a pensare e a progettare il mondo in un modo diverso. Riccardo Dalisi è il personaggio più rappresentativo della follia creativa, con un un proprio linguaggio e con interventi concreti di volontariato sociale alla continua ricerca del “cambiamento”, e il cambiamento, in quanto tale, significa mettersi in gioco rispetto alla storia, alle abitudini, al subire passivamente gli eventi e dialogare anche con la Mostra Archeologica di Roca. La follia secondo Steve Jobb spiega al meglio l’atto creativo: “Dedicato ai folli… agli anticonformisti. Ai ribelli. Ai piantagrane. A tutti coloro che vedono le cose in modo diverso. Perché riescono a cambiare le cose.Inventano. Immaginano. Ispirano. Perché solo coloro che sono abbastanza folli da pensare di poter cambiare il mondo, poi lo cambiano davvero”.

Roberto Marcatti

GIORNI E ORARI DI APERTURA
LUG – AGO
MAR – MER – GIO – VEN
09.30 – 12.30
18.00 – 21.00
SABATO E DOMENICA
10.00 – 12.30
18.00 – 21.00
SET
MAR – MER – GIO – VEN
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SABATO E DOMENICA
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