Il rapporto “Progress on Drinking Water and Sanitation – Special Focus on Sanitation”, pubblicato da Unicef e Organizzazione mondiale della sanità (Oms) conferma e rende ancora più drammatici i dati sulla mancanza di servizi igienici: «Più di 2,5 miliardi di persone non hanno un gabinetto in condizioni igieniche e circa 1,2 miliardi defecano all´aria aperta, la pratica più rischiosa in termini di igiene».
Tuttavia, sono sempre più numerose le persone che utilizzano «installazioni sanitarie migliori – dice l´Oms – . Impianti che garantiscono un´eliminazione degli escrementi in maniera da evitare che provochino malattie contaminando gli alimenti e le fonti d´acqua». Dati contrastanti che si spiegano con la crescita della popolazione mondiale e con il fatto che «anche se la pratica della defecazione all´area aperta è in calo, resta abituale per il 18% della popolazione mondiale, 1,2 miliardi di persone. In Asia del sud, resta ancora la norma per 778 milioni di persone». Comunque meno rispetto al 1990, quando questa “abitudine” riguardava il 24% della popolazione.
Una pratica che minaccia la sopravvivenza dei bambini, visto che la contaminazione fecale è direttamente collegata alle malattie diarroiche, una delle cause maggiori di mortalità infantile per i piccoli sotto i 5 anni. Il rapporto sottolinea che «E´ molto difficile mantenere un ambiente pulito in caso di defecazione all´aperto, anche da parte di una minoranza della popolazione».
Cifre e usi che faranno rabbrividire molti, ma che erano la normalità anche nell´Italia contadina dei primi decenni del secolo scorso. Alcuni paesi dell´Africa nera sono ancora in condizioni precarie, ma qualcuno sta rapidamente recuperando terreno, come Bénin, Camerun, Comore, Mali e Zambia. Inoltre, il numero di persone nel mondo prive di accesso ad una fornitura di acqua potabile protetta da contaminazioni fecali e chimiche, come una semplice pompa manuale o un sistema di adduzione d´acqua, è per la prima volta sceso sotto il miliardo dal 1990 ed attualmente l´87 % della popolazione mondiale ha accesso a risorse idriche non inquinate, una percentuale che nel 2015 dovrebbe raggiungere il 15%.
La differenza tra i Paesi del mondo resta grande, ma il rapporto sottolinea la disparità nello stesso Paese, soprattutto tra le popolazioni rurali ed urbane. Nel mondo le persone senza accesso a risorse d´acqua pulita sono 4 volte di più nelle aree rurali (746 milioni) che in quelle urbane (137 milioni).
Per quanto riguarda l´accesso all´acqua potabile, i maggiori progressi sono stati fatti in Africa. Secondo il rapporto Oms-Unicef, «7 dei 10 Paesi che hanno progredito più rapidamente si trovano nell´Africa subsahariana (Burkina Faso, Namibia, Ghana, Malawi, Uganda, Mali, Gibuti)».
Via Greenreport