È cominciata oggi la 61esima edizione della Conferenza delle Nazioni Unite Dpi/Ong che, a differenza di quanto succede ogni anno, non si svolge a New York ma Parigi ed è dedicata ai diritti umani. Nel corso del seminario sul “Diritto all’Acqua” Guido Barbera, presidente del Cipsi – coordinamento di 46 Ong e associazioni di solidarietà internazionale – nel suo intervento ha dichiarato: “Non vogliono riconoscere il diritto all’acqua. Questo incontro tra Nazioni Unite e Ong a Parigi intende celebrare il 60esima anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, adottata a Parigi nel 1948. Ma c’è poco da celebrare. I diritti troppo spesso non sono riconosciuti e le stesse Nazioni Unite hanno rifiutato di riconoscere il diritto all’acqua nel mese di marzo 2008. Lanciamo una lettera aperta-appello alle Nazioni Unite per conoscere i motivi concreti per cui non vogliono riconoscere il diritto all’acqua. Le cifre parlano chiaro – osserva -: 3,4 milioni di persone muoiono ogni anno per non aver accesso all’acqua potabile e 2,6 miliardi di esseri umani, quasi la metà della popolazione mondiale, non hanno accesso a nessun servizio idrico e igienico”.
Riccardo Petrella (fondatore del Comitato internazionale Contratto mondiale dell’acqua e presidente Ierpe) in particolare ha sottolineato che “è urgente creare un’autorità mondiale per l’acqua e modificare la priorità della finanza mondiale a favore di investimenti in linea con il principio dell’acqua bene comune. Le agenzie che oggi esistono sono agenzie internazionali, non rappresentano l’umanità ma gli Stati membri e sovente gli Stati forti. Sono nate dopo la seconda guerra mondiale e sono sotto l’influenza del mondo economico e finanziario occidentale. Ma deve finire questa storia di una generazione di agenzie internazionali che da cinquant’anni servono solo a garantire gli interessi dominanti. È chiaro che l’agenzia che proponiamo noi non risolverà d’incanto tutti i problemi. Ma è necessario – prosegue – avere una nuova visione della mondialità con agenzie, non internazionali ma a nome dell’umanità, per garantire l’interesse generale dell’umanità nel campo dell’acqua come bene comune mondiale. I potenti si stanno già organizzando – ha continuato Petrella nel suo intervento -. Non posso mettere la mano sul fuoco ma credo che fra tre – cinque anni le grandi compagnie multinazionali che dipendono molto dall’acqua dolce come Nestlè, Danone, Pepsi, Coca Cola e le aziende dei settori che utilizzano l’acqua si metteranno d’accordo per gestire il problema dell’acqua secondo i meccanismi del mercato. E avremo un’autorità oligopolistica mondiale dell’acqua. C’è chi si sta organizzando per gestire quello che prima che un diritto universale sembra essere considerato una risorsa da sfruttare. Infatti – conclude – il presidente del World Economic Forum, Klaus Schwab, ha dichiarato che è necessario un patto mondiale dell’acqua. E subito Coca Cola e Pepsi si sono unite al coro. Dobbiamo lasciare che siano le multinazionali private a fare un patto mondiale per l’acqua? Il Patto mondiale devono farlo i cittadini non le multinazionali”.
La 61esima edizione della Conferenza è stata aperta dal Segretario Generale Onu Ban Ki-moon in video-conferenza. La promotrice dei diritti umani, Simone Veil, ha accettato di essere la relatrice principale. All’apertura della Conferenza hanno partecipato anche il Presidente dell’Assemblea Generale e il direttore generale dell’Unesco. Scopo della Conferenza è di evidenziare strumenti efficaci attraverso i quali la società civile, in collaborazione con gli altri attori, possa contribuire alla promozione dei diritti umani a livello internazionale, regionale, nazionale e locale.