Uovo di Colombo o primo passo di una svolta per un futuro pulito ed economico? Con l’economia globale che arranca sotto il peso del caropetrolio e l’ecosistema asfissiato dai gas di scarico, l’idea di produrre energia a partire dall’acqua non può passare inascoltata. Mentre gli scienziati discutono sulla serietà della cosa, negli Stati Uniti già si vendono i primi kit faidate per convertire qualsiasi auto – a benzina o a gasolio in un ibrido. Di marche diverse, questi kit costano fra i 50 e i 70 dollari l’uno e promettono una resa del motore fino al 60%: soddisfattiorimborsati. Il governo americano si è dimostrato subito interessato e ha messo i suoi esperti al lavoro su un prototipo per le auto di servizio. Il bello è che non esiste un inventore. Ognuno è in attesa del suo brevetto ma tutti i produttori guardano con riconoscenza ai pionieri C. H. Brown, che a questa tecnologia lavora dagli anni Quaranta, e Steven Meyer, che per primo ha realizzato un ibrido benzinaacqua modificando la propria auto. Le premesse esistono del resto dai tempi di Faraday il quale si era reso conto che con l’elettrolisi dell’acqua si potevano ottenere gas di idrogeno e di ossigeno e che questi si potevano separare oppure lasciare insieme come Hho, o gas di ossidrile. L’Hho è un gas combustibile più sicuro dell’idrogeno puro, che solo di recente si è riusciti a imbrigliare per produrre energia pulita a costi quasi praticabili. L’idrogeno, come insegna il disastro del dirigibile Hindenburg, è molto instabile. E controllarne l’esplosione, quando viene a contatto con l’ossigeno, o anche solo portarselo appresso in un serbatoio, richiede grandi precauzioni.
Nel motore ad acqua però il serbatoio del gas non c’è. Non serve. C’è invece un dispositivo di elettrolisi che, attingendo da una cartuccia piena d’acqua (e bicarbonato come catalizzatore), produce di volta in volta tanto gas quanto ne serve per ogni ciclo di combustione, per poi condensare in H2O, ovvero acqua. Come fanno le fiamme ossidriche di ultima generazione, ispirate a un brevetto di Danny Klein. Se c’è un’avaria, male che vada, si spegne il motore. Da qualche anno esistono persino propulsori per aeroplanigiocattolo che usano le proprietà di questo gas, e all’ultima Fiera dell’Elettronica di Las Vegas sono apparsi i primi generatori di corrente alimentati ad acqua (cioè ad HHO), che arriveranno sul mercato in autunno. Per ora servono a ricaricare telefonini, iPod e computer ma è facile prevedere che cresceranno in fretta per alimentare macchine a maggiore consumo.
Sull’efficacia del sistema è pronto a giurare Klein che è stato assunto come consulente dall’amministrazione americana e che da quasi due anni, dichiara con orgoglio, nella sua auto mette “solo acqua”. T.R. Knudtson, vecchio professore in pensione e massimo studioso di HHO, non ha dubbi: in questo gas sta il segreto di un futuro respirabile e di una crescita sostenibile. Avverte però che, “se sulla carta tutti i conti tornano, riuscire a mettere insieme viti e bulloni, per creare un sistema che funzioni davvero, è tutt’altra cosa”.
Da “La Repubblica” del 4 aprile 2008