Acqua di casa mia , la nuova campagna Coop

Si chiama “Acqua di casa mia” la nuova campagna per promuovere l’acqua di rubinetto. E la cosa un po’ “anomala” è che a farla è chi vende quella minerale. Stiamo parlando della Coop, che giovedì 7 ottobre a Milano ha presentato il nuovo progetto con tre parole d’ordine: un’offerta chiara, trasparente, e soprattutto consapevole.
La base di partenza è semplice: l’acqua “del sindaco” è buona. Sia per qualità che dal punto di vista igienico (le norme prevedono la verifica di oltre 50 parametri fisici e microbiologici). E’ più economica. E, soprattutto, fa bene all’ambiente.
L’acqua che sgorga nelle nostre case è infatti a km 0. Una questione non da poco se pensiamo che l’Italia, per consumo di acqua minerale, è il primo paese in Europa e il terzo nel mondo (dopo gli Emirati Arabi e il Messico).

L’impatto ambientale

Un fenomeno evidentemente consistente, e che ogni anno fa muovere sulle nostre strade – per il trasporto dell’acqua dalle fonti alla tavola – qualcosa come 480.000 tir (messi uno accanto all’altro formano una fila di 8.000 km, ossia un viaggio andata e ritorno Roma-Mosca).
In termini di Co2, per l’imbottigliamento e il trasporto su gomma di 100 litri d’acqua che viaggiano per 100 km si producono emissioni almeno pari a 10 kg di CO2. Contro i 0,04 kg di emessi per la stessa quantità dell’acqua di rubinetto.
Da qui lo slogan (accanto la locandina) della campagna targata Coop: “Hai mai pensato a quanta strada deve fare l’acqua prima di arrivare nel tuo bicchiere?”

La cartina per scegliere l’acqua “più vicina”

Per un’informazione corretta e consapevole – quantomai carente in tema di acqua – la campagna della Coop si articolerà in tre filoni: la situazione in Italia delle acque di rubinetto, le caratteristiche specifiche con la mappatura delle acque minerali, e gli sprechi idrici, che si condensano in un ventaglio di materiali messi a disposizione dei soci e consumatori.
Ci saranno gli spot a mezzo stampa e televisivi (testimonial, sempre Luciana Littizzetto, che si barcamena nel traffico e poi beve soddisfatta dal rubinetto). Informazioni sul sito, e soprattutto, nel punto vendita. Saranno a disposizione dossier per capire “il mondo dell’acqua”; e cartelloni con la mappa delle fonti di acqua minerale per scegliere l’acqua “più vicina” (sotto la foto).

“Non siamo contro l’acqua minerale”

Sì, avete letto bene, acqua minerale. Perché Vincenzo Tassinari, presidente di Coop Italia, chiarisce fin da subito che la campagna non è “contro l’acqua minerale”.
In conferenza stampa interviene il dottor Alessandro Zanasi, direttore del “Museo Nazionale delle Acque Minerali”, a spiegare che tra le due tipologie non c’è contrapposizione. “L’acqua va scelta in base al gusto personale di ognuno, e in base alle proprie esigenze di vita e salute: ci sono prodotti adatti per gli anziani, gli sportivi, acque indicate per chi soffre di disturbi renali, o ipertensione.

L’acqua del rubinetto, chiarisce: “Va bene come tutte le altre”.

“Ora ci perdiamo, ma è un investimento”

Eppure, i rischi di una campagna del genere ci sono.
Il presidente di Coop Italia chiarisce l’importanza del settore “acque minerali” per le cooperative: un fatturato di 200 milioni di euro.
“Ci saranno delle perdite”: ammette. E quantifica un calo dei volumi di vendita pari al 10%.
Una scelta suicida? Dalla Coop il “no” è netto. Si ricorda la scelta sulle carni, che per anni ha fatto spendere un surplus dell’8% perché non ci fossero estrogeni. E si sottolinea “l’investimento a lungo termine” che una scelta del genere comporta.
Insomma, la Coop ha tutto l’interesse perché si continui a comprare acqua minerale, ma punta tutto su una nuova visione: un consumatore attento all’ambiente, informato e consapevole. Che magari sceglie di bere dal rubinetto, ma se preferisce la minerale può orientarsi sul km 0.
Da ilsalvagente.it del 8 ottobre 2010