Acqua: la rivincita dei comuni

Verso il referendum contro la privatizzazione

Alla fine la soglia dei 50 comuni è stata raggiunta. Anzi potrebbe presto essere doppiata, visto che 66 amministrazioni lombarde hanno già approvato una delibera per chiedere un referendum abrogativo della legge regionale 16/2006, accusata di voler privatizzare l’acqua, e 37 sono in procinto di farlo.

“I comuni vedono nella norma tre limiti principali: separa in modo artificioso la gestione delle reti dall’erogazione del servizio idrico; impone la gara per quest’ultima e infine preclude agli enti locali la possibilità di scegliere fra i tre tipi di gesione pubblica, privata o mista, previsti dal nostro paese”.

“A questo punto esistono tre possibilità, o viene indetto il referendum, o si cambia la legge oppure si avvia una consultazione con i comuni dissenzienti per stabilire una norma che li convinca”. Il fronte dell’acqua pubblica , che come sottolinea il Sindaco di Cologno Monzese Mario Soldano è trasversale, perchè coinvolge sindaci di centro destra e di centro sinistra, aspira proprio a questo. Tanto che sabato tutti i sindaci si ritroveranno in piazza Duomo a Milano per un “brindisi” a base di acqua pubblica con associazioni, movimenti, esponenti della società e comitati che condividono la loro battaglia.

“Per noi il problema principale consiste nel fatto che con questa legge i Comuni avrebbero gli oneri legati alla manutenzione della rete idrica, mentre la gestione vendita, con i suoi ricavi sarebbe appannaggio dei privati che potrebbero imporre rincari significativi”.

“Il forum italiano dei movimenti per l’acqua – aggiunge Rosario Lembo, segretario del comitato italiano per il contratto mondiale sull’acqua – ha proposto una legge di iniziativa popolare in cui si afferma che l’acqua è estranea a qalsiasi logica di mercato. In tutta Italia sono state già raccolte 300mila firme di cittadini che non vogliono la privatizzazione degli acquedotti. In Lombardia , grazie a questo referendum promosso dai Comuni porremo le basi perchè la gestione dei servizi idrici rimanga pubblica”.

Da “Corriere della sera” del 24 ottobre 2007