Il tam tam, partito dai blog, è arrivato fino a Facebook, dalle cui pagine virtuali oltre 66mila persone dicono NO alla privatizzazione dell’acqua. Proteste scatenate dall’articolo 23bis della legge 133 del 6 agosto 2008, secondo cui entro la fine del 2010 dovrà essere messa a gara la gestione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica.
Un caso unico al mondo dice Emilio Molinari, presidente del Comitato italiano per il contratto mondiale sull’acqua, che oggi e domani a Milano ha organizzato insieme alla provincia un convegno internazionale sul diritto all’acqua. Mettere in gara – spiega Gaia Checcucci, dirigente del ministero dell’Ambiente – significa aprire a più efficenti gestioni manageriali. E l’acqua in se resta pubblica.
Mistificazioni – risponde Molinari – proprio mentre assistiamo al fallimento del privato. Dal 6 agosto la situazione è in stallo: tra i dubbi di incostituzionalità della legge, i Comuni lombardi protestano mentre la Liguria e Puglia chiedono di dichiarare l’acqua “Bene di rilevanza non economica”; il rischio, secondo Molinari, è che tutto finisca in mano a multinazionali lontane dai cittadini.
Da Metro del 28 novembre 2008