Acqua Sant’Anna segue i passi di Biota

bottiglia_pla.JPGLe bottiglie di PLA, ovvero di “plasticaâ€? ricavata dal mais invece che dal petrolio, potrebbero arrivare sugli scaffali il prossimo gennaio grazie all’interessamento di un imbottigliatore delle Alpi Marittime. L’acqua Sant’Anna sarà distribuita in bottiglie di PLA, biodegradabili al 100% in 80 giorni, e la cui produzione produce il 50% di emissioni in meno, rispetto al PET.Negli Stati Uniti c’era già Biota, ad essere venduta in una bottiglia di PLA e l’esperienza è stata sfruttata con una collaborazione tra la Sant’Anna e la canadese Husky, specializzata nelle macchine che trasformano le fialette di PLA (meno ingombranti da trasportare) in bottiglie. Le bottiglie arrivano infatti alle sorgenti in forma compatta, vengono poi modellate da un getto di aria calda che le gonfia, dando loro la forma finale in cui le conosciamo. Le nuove bottiglie costeranno un po’ di più rispetto a quelle tradizionali, ma essere i primi a proporle sul mercato italiano potrebbe essere un buon vantaggio competitivo, specie in questi tempi in cui la sensibilità dei consumatori per gli impatti ambientali dei prodotti acquistati è in costante aumento.

Da “Ecoblog” del 17 novembre 2007