STOCCOLMA (Reuters) – Lo scienziato che ha sviluppato un modo per calcolare quanta acqua viene utilizzata nella produzione di qualsiasi cosa, da una tazza di caffè a un hamburger, ha ricevuto oggi il Premio Stoccolma per l’Acqua.
Il professor John Anthony Allan dell’Università di Londra è stato premiato per aver introdotto il concetto di “acqua virtuale”, un metodo di calcolo che ha modificato la natura della politica commerciale e anche della ricerca.
L’Istituto Internazionale di Stoccolma per l’Acqua ha detto che questa idea è stata ormai integrata nella produzione di alimenti e di prodotti industriali.
“La gente non consuma acqua soltanto quando la beve o prende una doccia”, ha detto l’Istituto svedese.
“Dietro quella tazza di caffè al mattino, ci sono 140 litri d’acqua consumata per far crescere, produrre, impacchettare e spedire i grani”.
Una quantità d’acqua sufficiente mediamente in Inghilterra a una persona per bere e per le necessità domestiche.
“Per un singolo hambuger, servono circa 2.400 litri d’acqua. Negli Usa una persona in media consuma circa 7.000 litri di acqua virtuale al giorno”. Oltre tre volte il consumo medio in Cina.
La Commissione sul Clima delle Nazioni Unite ha reso noto che il mondo rischia di aver problemi nella disponibilità di acqua fresca a causa del riscaldamento globale.
In un rapporto diffuso nel 2007, gli esperti Onu hanno fornito una proiezione secondo cui 250 milioni di persone in Africa potrebbero soffrire di scarsità d’acqua entro il 2020, mentre un rapido disgelo dei ghiacciai himalayani potrebbe interrompere i flussi da cui dipendono milioni di persone in Asia.
Per l’Istituto, il lavoro di Allan ha avuto un grande impatto sulla politica del commercio globale e sulla ricerca, soprattutto nelle regioni che dispongono di poca acqua.
“La migliorata comprensione delle questioni legate alla gestione degli scambi e dell’acqua a scala locale, regionale e globale sono della massima rilevanza per l’uso sostenibile e con un buon esito delle risorse idriche”, ha spiegato nella motivazione la commissione dell’Istituto che ha deciso di conferire il premio ad Allan.
Lo scienziato, che lavora al King’s College dell’Università di Londra e alla Scuola di Studi Orientali e Africani, è stato autore o curatore di sette libri e ha pubblicato oltre 100 studi.