Monta la protesta a Zingonia, dove l’acqua dai rubinetti in cinque dei sei palazzoni da questa mattina non esce più: gli edifici sono a secco dopo che la Bas ha letteralmente tagliato i tubi perché da troppi anni nessuno paga le bollette. Per le esigenze da «minimo vitale» sono state collocate all’esterno due fontanelle: una nel cortile dei condomini, l’altra in strada, in corso Europa.
L’operazione – scattata alle 9 e conclusa intorno alle 10 – si è svolta senza particolari problemi: i tecnici inviati dalla Bas hanno letteralmente staccato i contatori, di fatto tagliando di netto la conduttura che porta agli appartamenti. Di tutti i palazzi tranne uno, i conti del quale risultano regolari.
Poi però, intorno alle 11, la protesta dei residenti, in gran parte immigrati, ha cominciato a crescere: forse fino a quel momento gli abitanti dei palazzoni avevano sperato il un altro rinvio. Allora nel cortile e in strada sono arrivate soprattutto mamme con bambini, lamentandosi per il fatto di doverli pulire all’aperto, e al freddo. E nel tardo pomeriggio puntualmente alle 18 è scattata l’annunciata protesta con il blocco delle strade. I manifestanti hanno messo in tilt la circolazione bloccando via Monaco, Corso Europa e infine la strada Francesca, sotto la stretta osservazione dei carabinieri. Guarda il video della protesta
Alle 18.45 la protesta si è sciolta e una quindicina di residenti è salita nell’ufficio del sindaco Enea Bagini per un confronto. Presenti all’incontro anche l’ex sindaco Natale Zucchetti (attualmente assessore all’Ambiente, Territorio e Servizi alla persona) e il vicesindaco Mario Antonio Cattaneo. Alle 19.30 la tensione tra i manifestanti è ripresa e un gruppo di immigrati rotto una fonta posizionata in mattinata dal comune. Il sindaco, avvisato telefonicamente, ha inviato dei tecnici per ripararla.
Alle 19.45, nel pieno della riunione, è arrivata la notizia che un altro gruppo di immigrati aveva minacciato di dare fuoco ai bagni chimici e alle docce che l’amministrazione aveva programmato di consegnare alle 21 ai residenti dei palazzoni. A questo punto il primo cittadino ha bloccato la consegna e ha invitato i residenti a calmare gli animi dei loro concittadini. Alcuni immigrati sono così usciti dal municipio e sono tornati nei palazzoni per placare le proteste.
Al termine della riunione si è deciso che i condomini cercheranno di racimolare almeno una cifra pari all’insoluto dell’ultimo anno (somme che vanno dagli ottomila ai 22 mila euro a seconda degli stabili) per tentare di convincere la Bas a ripristinare l’acqua. «I soldi raccolti finora non sono sufficienti, si deve fare uno sforzo maggiore», ha detto Bagini. E venerdì 4 dicembre la delegazione dei residenti e il primo cittadino si incontreranno di nuovo per fare il punto della situazione.
Gli ultimi sviluppi della vicenda
L’ultimo sollecito della Bas risale al 30 settembre. Bas SII, l’azienda del gruppo A2A che si occupa dell’erogazione dell’acqua a Ciserano, aveva scritto agli amministratori dei condomini Athena e Anna per sollecitare il pagamento della rata dell’acqua, ma niente. Un sollecito era addirittura tornato indietro.
Da qui la decisione, inevitabile: chiusi i rubinetti e circa 150 famiglie dei palazzoni Athena e Anna. Una scelta che Bas SII, prefettura e Comune di Ciserano hanno cercato in tutti i modi di evitare. Ma ammontano ormai a 300.000 euro i debiti che i condomini di cinque delle sei torri hanno nei confronti della società Servizi idrici integrati. La situazione andava avanti così da almeno quattro anni.
Rifondazione: «Decisione disumana»
«La decisione di tagliare le forniture di acqua potabile agli abitanti dei palazzoni di Zingonia nel territorio del Comune di Ciserano è disumana». Questo il commento di Francesco Moro (Prc-Ciserano) ed Ezio Locatelli (segretario federazione Prc-Bg). «Numerosi e gravi sono i problemi che da anni vive questo quartiere, ma non è certamente questo il modo di affrontarli. Il provvedimento della Bas costituisce in tutta evidenza una fonte di grave rischio igienico-sanitario per le decine di famiglie coinvolte e che già da tempo vivono peraltro in una condizione particolarmente disagiata. Chiediamo al Prefetto di Bergamo, al sindaco di Ciserano, alla Bas e a tutte le autorità preposte perché venga riattivata subito la fornitura dell’acqua potabile agli abitanti dei palazzi di Ciserano-Zingonia».