“Avete sciolto i nostri ghiacci” gli Inuit denunciano i petrolieri

Via alla prima causa per riscaldamento globale

I ghiacci non avvolgono più Kivalina, che d’inverno è sempre più esposta alle violente tempeste dell?oceano artico. Molte case sono andate distrutte dalle mareggiate, altre sono state abbandonate: l’intero paese sta lentamente scivolando in mare. Tutta colpa del surriscaldamento globale, dicono i suoi trecentonovanta abitanti, che hanno perciò deciso denunciare alcune grandi compagnie petrolifere, quali la Exxon, la Shell e la BP. Sono loro, sostengono, i responsabili del disastro: il pianeta si sta riscaldando a causa delle emissioni di gas serra, dunque è per colpa dei petrolieri che si stanno sciogliendo i ghiacci del Polo Nord. Questa sfida lanciata ai giganti del petrolio dagli ambientalisti di Kivalina, inuit per di più, è la prima causa mai intentata negli Stati Uniti per global warming.

Il paesino sorge su un’isola di terra e ghiaccio nel nord dell’Alaska, a più di mille chilometri dalla già polare Anchorage. E’ da sempre circondato dal mare ghiacciato dove, da secoli, si pesca salmone e si caccia caribù. “Una volta cominciava a ghiacciare in ottobre, ma oggi ci ritroviamo con ampi tratti di mare aperto fino a dicembre, e in questo modo la nostra isola non è protetta dalle tempeste” ha spiegato l’amministratore della piccola città, Janet Mitchell. “L’isola è molto più esposta ai venti e abbiamo riscontrato un’erosione sempre più accelerata a causa della perdita di ghiaccio marino”.

Anche se la legge statunitense non prevede il reato di global warming, appoggiati da tre organizzazioni non-profit i legali del villaggio di Kivalina hanno deciso di procedere con la causa, sostenendo che se il ghiaccio di Kivalina si sta sciogliendo è colpa di quattro compagnie petrolifere e quattordici aziende per l’elettricità, le quali provocano milioni di tonnellate di gas serra. La tesi giuridica degli avvocati è semplice. E i danni, di portata tale da mettere a rischio la vita stessa dell’isola, sono accertabili e facilmente dimostrabili.

I legali sono quindi volati a San Francisco, dove hannosede legale alcune delle più importanti compagnie petrolifere d’America, e lehanno denunciate alla Corte federale, accusandole di essere responsabili per i danni riportati nelvillaggio. Secondo il  procuratore MattPawa si tratta della prima causa per global warming mai intentata in America avente “una vittima distintamente identificabile”. Gli abitanti del borghetto artico chiedono danni per 400mila dollari. Poco, tutto sommato. Soprattutto se a doversi dividere la sanzione saranno i big del cartello del petrolio.

da “Repubblica”