Un calcolo preventivo dei danni del settore agricolo è quasi impossibile, anche se il Cnr di Firenze ha ipotizzato una potenziale perdita di un miliardo di euro. Per fare un confronto, nell’estate del 2003 (da tutti considerata la peggiore, per il momento, almeno) si stimarono 5 miliardi di euro di danni. Le avvisaglie non promettono però niente di buono.
In alcune zone del Milanese gli agricoltori hanno dovuto cominciare a irrigare in anticipo piselli, pomodori e barbabietole, oltre a dare acqua al frumento, che di solito non ha bisogno di irrigazioni particolari. Ma la vera emergenza sarà per il mais, la coltura più sensibile alla siccità , che è anche la base del foraggio per le nostre stalle da latte. In Lombardia si producono 4 milioni di tonnellate di latte l’anno, il 40 per cento della produzione italiana.
“Il nodo fondamentale è quello di una gestione organica che garantisca i diritti di tutti, compresi gli agricoltori” spiega Roberto Maddè, direttore della Coldiretti di Milano e Lodi ” non dimentichiamo che dopo essere stata usata per l’irrigazione, l’acqua penetra nel terreno e mantiene in vita le falde idriche, che servono a tutto l’ecosistema. Senza acqua nei campi muore anche la natura”.
da âJOB Milanoâ? numero 6 giugno 2007