Intervista a Roberto Marcatti su CR&M

Riportiamo di seguito l’intervista pubblicata sul numero di giugno/luglio scorsi di CR&M (Corporate responsibility & management) a Roberto Marcatti. E’ possibile scaricare il file PDF a questo Link.
Incontrando Roberto Marcatti si ha subito una precisa sensazione: è una persona fuori dal comune. E, conoscendolo meglio, se ne ha conferma. Per cominciare, il suo percorso professionale, ben poco ‘lineare’, ma ricco di esperienze insolite e gratificanti. Dopo la Laurea in Architettura al Politecnico di Milano (a metà degli anni ‘80), è passato dal tirocinio in diversi studi di architettura – compreso un periodo sotto la guida del ‘mito’ Frank Gehry – al ruolo di assistente universitario, all’avventura del primo Design oultet italiano (Emporio 31), intrapresa insieme al padre e al fratello. Oggi Marcatti ha il suo studio di progettazione, e un ruolo da docente incaricato (in Design del territorio) presso la Facoltà del Design del Politecnico di Milano. “Ho la tendenza a tenermi lontano dalle situazioni in cui c’è da fare la ‘prima donna’. Mi interessa molto di più il lavoro di squadra, che trovo molto stimolante. In particolare, mi sono sempre appassionato a progetti centrati sull’uomo e sul territorio. Mi spinge la convinzione che i progettisti abbiano una precisa responsabilità nei confronti di clienti e committenti: non solo assecondare i loro gusti e desideri, ma anche creare abitazioni, edifici, quartieri, più a misura d’uomo e ‘sostenibili’. A questo si dovrebbe fare riferimento con l’espressione ‘cultura del progetto’, oggi tanto invocataâ€?. In particolare, negli ultimi anni Marcatti si è andato sempre più appassionando alle problematiche relative a due elementi vitali per l’uomo: aria e acqua.Dopo anni di studi, letture e approfondimenti – dall’attualità alla tecnologia, dalla meteorologia all’antropologia – su questi due temi, ha avuto la ‘folgorazione’ che l’ha condotto a promuovere un ragionamento ‘corale’ sugli argomenti a lui cari. Con l’ambizione non tanto di risolvere il problema, ma di diffondere la riflessione su temi globali, ma spesso trascurati. Per ignoranza o, peggio, per difendere interessi economici.“Inizialmente avevo focalizzato l’attenzione più sul tema dell’aria, che è stata la mia prima passione. Ma, pensando al modo per coinvolgere i miei colleghi progettisti, mi è sembrato che l’acqua potesse offrire maggiori spuntiâ€?. In effetti, il rapporto fra acqua e architettura ha radici antiche, dall’età delle palafitte fino alla ‘Casa sulla cascata’ di Frank Lloyd Wright. Inoltre, è un elemento che riveste molteplici ruoli nell’edilizia contemporanea: dagli impianti idraulici al condizionamento dell’aria, dagli ascensori all’energia idroelettrica. Così, tre anni fa, il progetto di Marcatti ha iniziato a prendere corpo. Il primo passo è stato coinvolgere una cerchia (ampia) di amici e colleghi: nessuna richiesta specifica, solo l’indicazione di un tema vasto come quello dell’acqua, accompagnata dall’elenco veramente impressionante dei dati sul consumo idrico mondiale . Dopo la fatica iniziale compiuta per attivare tutti i contatti, e sollecitare le prime risposte, il tam tam si è rapidamente diffuso, consentendo a Marcatti di raccogliere oltre 80 tavole (cm 70×100) di riflessioni, idee, proposte da designer e architetti di tutto il mondo. Impegnati, per una volta, a smentire chi considera il designer solo un ‘progettista dell’effimero’. La mostra ‘H2O – Nuovi scenari per la sopravvivenza’ debutta quindi ad aprile del 2006, durante le giornate del ‘Fuori Salone’ milanese. Successivamente raccolta in un libro – che alterna le tavole progettuali a interventi sul tema di firme prestigiose (dal meteorologo Luca Mercalli allo scrittore Dominique Lapierre) – la mostra è nel frattempo cresciuta, fino ad accogliere oltre 120 tavole, e ha iniziato a ‘viaggiare’. Esposta per oltre due mesi (23 marzo-27 maggio 2007) al Forum di Omegna, la collettiva è ora destinata a essere vista anche a Montreal, Toronto e, in attesa di conferma, Buenos Aires e infine Saragozza, in occasione dell’Expo 2008, dedicato proprio al tema dell’acqua e dello sviluppo sostenibile (14 giugno – 14 settembre 2008). “Il successo dell’operazione sta nella sua visibilità. Non mi interessa il riconoscimento per me: il nostro obiettivo era la sensibilizzazione dell’opinione pubblica a livello mondiale, e mi sembra che ci stiamo riuscendoâ€?. Come corollario del successo c’è anche l’interessamento da parte di alcune aziende come eventuali sponsor della mostra: “non nascondo che un aiuto ci farebbe comodo.La mostra è molto costosa da trasportare, e ci basiamo esclusivamente sulle nostre risorse. Ma, il nostro impegno è anche quello di rimanere puri. Fra le aziende che ci hanno contattato, c’erano anche alcuni marchi di acque minerali. Accettare la loro partecipazione sarebbe stato un controsenso…â€?.

Da “CR&M” di giugno/luglio 2007