L’acqua non è più un diritto! Lo stato la regala ai privati

CAMPOBASSO La privatizzazione e quindi la liberalizzazione dell’acqua avrebbe come prima ricaduta negativa il rincaro dell’acqua. Si prevedono aumenti intorno al 30% pari ad un aumento medio annuo a famiglia di circa 80 euro. Intanto per fermare la privatizzazione Piemonte Marche Puglia Emilia Romagna hanno già preannunciato il ricorso alla Corte costituzionale mentre sono pronti alle barricate Enti Locali Codacons Movimento dei consumatori Adiconsum. Altri come l’Italia dei valori, Verdi, Federconsumatori, Adusbef e Cittadinanza attiva sono pronti ad avviare referndum «La battaglia dell’Idv – ha annunciato l’on. Anita Di Giuseppe – adesso si sposterà nelle piazze: raccoglieremo le firme per un referendum contro la privatizzazione dell’acqua, che si affiancherà a quello contro il nucleare. L’Idv rimane a difendere i cittadini dal tentativo di trasformare un bene di tutti in un affare di pochi». L’avv. Stefano Sabatini presidente di «Molise acque» sulla questione precisa «Si tratta di una previsione che comporterà gravi conseguenze, economiche e sociali, per i cittadini. L’acqua, a differenza d altri possibili servizi forniti dai comuni e dagli enti locali, non è un bene passibile di valorizzazione economica sul mercato, se non in sue forme specifiche (acque minerali, terapeutiche, eccetera). L’acqua in quanto tale, invece, è assimilabile ad un bene primario, come l’aria e il fatto che si possa pensare a renderla commerciabile è un chiaro non senso. Peraltro laddove ci si è avventurati, dietro la spinta di grandi capitali finanziari e speculativi, su questa strada gli esiti sono a dir poco disastrosi. In Italia i casi in cui la gestione delle risorse idriche è stata affidata a privati ha comportato mediamente un aumento del costo per i cittadini anche del 400% e un grave danno alle fasce più deboli della popolazione». Al.Cia.