Vi ricordate l’estate scorsa? Vi avevamo informato su di una legge alquanto sciagurata, che privatizzava l’acqua in Italia. Ormai sembra una tecnica ben collaudata: quando devono approvare leggi che potrebbero sollevare le reazione di tutta una serie di organizzazioni e in primo luogo dei cittadini, aspettano le vacanze, quando tutti sono distratti.
Durante queste vacanze di Natale, e per la precisione il 30 dicembre , è stata approvata la legge che permette l’installazione di tritarifiuti sotto il lavandino.
Molti potrebbero pensare che non ci sia niente di male in questi strumenti, li abbiamo conosciuti dai telefilm americani fin dagli anni 70/80. E’ vero ma probabilmente non ci siamo mai soffermati a pensare e capirne il funzionamento, ed il suo conseguente impatto sull’ambiente.
Provate a pensare il funzionamento. Come potete capire dalle immagini di questo posto, il sistema non è altro che un potente frullatore tritatutti che viene montato sotto il lavandino e collegato allo scarico dello stesso.
Praticamente, come vedevamo nelle serie TV, gli scarti del pranzo (e tanto altro) viene gettato nel buco del nostro lavandino; si schiaccia un bottone e tutto viene sminuzzato. Comodo! verrebbe da pensare. Ma se ci si sofferma un secondo e si pensa dove vanno a finire questi scarti sminuzzati si capisce il disastro che sta dietro a questa legge.
l vialibera ai tritarifiuti contiene, è vero, qualche distinguo che poi vi dirò. Ma sono veramente quisquilie. Perchè affermo che si tratta di una legge sciagurata? Il frullato di monnezza, tanto per cominciare, tende a depositarsi nelle fognature e a ostruirle. Ma è ancora il male minore.
Soprattutto, aumenta il carico di sostanze organiche immesse nelle fognature. Ora, i casi sono due: o le fogne finiscono (auspicabilmente) in un depuratore, o scaricano direttamente in un corso d’acqua e poi in mare.
Se l’immondizia tritata finisce direttamente in mare, contribuisce all’eutrofizzazione: enorme e abnorme sviluppo di alghe unicellulari dovuto alla sovrabbondanza di nutrienti; maggior consumo dell’ossigeno disciolto nell’acqua; morte per asfissia e putrefazione dei pesci e degli altri esseri viventi.
Invece se le fognature sono collegate al depuratore, quest’ultimo va soggetto ad un superlavoro per il quale non è di solito attrezzato. Senza contare che i fanghi del depuratore vanno in discarica; i rifiuti organici invece possono essere riciclati diventando compost.
Il vialibera ai tritarifiuti in tutt’Italia è contenuto nell’articolo 9 quater della legge 30 dicembre 2008, n. 210. E’ la legge di conversione del decreto legge del 6 novembre sull’emergenza rifiuti in Campania.
Il testo è piuttosto contorto (tanto per cambiare…), e vi dicevo che contiene qualche lieve distinguo. Troppo lieve, e facilmente aggirabile.
Dice che è vietato smaltire rifiuti gettandoli nelle fognature, ad eccezione però degli scarti dell’alimentazione umana trattati con i dissipatori che li riducono in particelle sottili.
L’uso del tritarifiuti è consentito “previo accertamento dell’esistenza di un sistema di depurazione da parte dell’ente gestore del servizio idrico integrato, che assicura adeguata informazione al pubblico anche in merito alla planimetria delle zone servite da tali sistemi. L’installazione delle apparecchiature è comunicata da parte del rivenditore al gestore del servizio idrico, che ne controlla la diffusione sul territorio”.
Quindi i tritarifiuti sono ammessi in tutti i luoghi in cui esistono fognature collegate a un depuratore. Non importa se i depuratori sono o meno in grado di sopportare un carico di lavoro più elevato.
Il “gestore del servizio idrico integrato”, cioè dell’acquedotto e delle fognature, deve far sapere se il depuratore esiste o no. Non so voi: io, dal mio “gestore”, non ho saputo proprio niente.
E poi: il controllo sulle installazioni è effettuato dal gestore delle fognature in base alle segnalazioni dei rivenditori degli apparecchi. Ma se il tritarifiuti lo compro via internet? O se lo compro in un luogo e lo installo in un altro dove il depuratore non c’è?
Insomma, il tritarifiuti in sostanza va a finire che lo puoi usare ovunque. I mari e le fognature si bevono il frullato di monnezza. Se lo beve anche, per dire, la Cloaca Maxima di Roma, che è lì fin dai tempi degli Etruschi. E se l’età non le consente di digerire siffatto beverone, amen.
A seguito il link sulla legge.