OCSE: Falliti gli obbiettivi per il millennio per acqua e sanità in Africa

Acqua e sanità in Africa ancora lontaniL’Africa non riuscirà a raggiungere l’obiettivo del Millenio relativo all’accesso all’acqua potabile e ai servizi sanitari: è quanto emerge dal rapporto ‘African Economic Outlook 2007’, pubblicato dall’Organizzazione per lo sviluppo e la cooperazione economica (Ocse) e presentato oggi a Roma nel corso di un convegno organizzato dall’Istituto Affari internazionali (Iai) e della Provincia.

Nel periodo 1990-2004, nell’Africa sub-sahrariana 10 milioni di persone hanno ottenuto accesso all’acqua potabile, ma a fronte di un aumento demografico nello stesso arco di tempo pari a 60 milioni. Di conseguenza, scrive l’Ocse, per onorare l’obiettivo del Millennio di dimezzare il numero di persone che non hanno accesso all’acqua potabile e ai servizi igienici entro il 2015, occorre triplicare il numero di persone che ogni anno hanno accesso all’acqua. La situazione è anche peggiore per il settore sanitario: per rispettare l’obiettivo del Millennio occorre che ogni anno siano 35 milioni di persone in più ad aver accesso ai servizi sanitari, contro gli attuali sette milioni. Una volta superata la scadenza del Millennio, si legge nel rapporto, circa 234 milioni di persone non avranno accesso sicuro all’acqua mentre altre 317 milioni saranno escluse dai servizi sanitari.

L’Ocse sottolinea come tale situazione non sia dovuta a un problema di risorse, quanto piuttosto a una loro mediocre amministrazione, all’inquinamento e allo spreco generalizzato, così come alla mancanza di infrastrutture adeguate.

Il rapporto Ocse registra dati positivi riguardo allo sviluppo politico e alla crescita economica del continente africano. Circa 59 milioni di africani hanno partecipato alle elezioni svoltesi in 10 Paesi nel 2006, con le prime consultazioni libere e trasparenti degli ultimi 40 anni nella Repubblica democratica del Congo. Il numero dei conflitti è sceso dai 13 del 2202 ai cinque del 2005, mentre quello dei Paesi coinvolti nelle guerre è passato da 11 a quattro.

Da “Apcom” del 1 giugno 2007