Riccardo Dalisi – Idee in volo è una mostra che racconta un design di ricerca, una manualità artigianale e l’uso prediletto di materiali poveri.
E lui, l’autentico rivoluzionario, non ostenta nulla e con la sua apparenza quasi di persona insignificante, è la figura di spicco nel panorama internazionale dell’arte e dell’architettura contemporanea. Architettura, scultura, pittura, design, e materiali sono tutti scanditi nelle cinque sezioni della mostra Idee in Volo dove qualsiasi progetto, prototipo o creazione artistica mette in primo piano l’uomo e la sua realtà.
All’interno degli spazi dedicati si susseguono concetti di riciclo, di decrescita e di eco compatibilità, mai così attuali. Riccardo Dalisi è stato uno dei primi artisti italiani a formulare il concetto di sostenibilità applicato al design industriale. Il lavoro di ricerca dell’architetto napoletano si è sempre concentrato sul “design povero”, lavorando materiali comuni con manualità artigiana, sperimentando animazioni con la partecipazione di bambini e anziani di quartieri in difficoltà unendo così la sua ricerca alla didattica e la vocazione artistica al valore sociale e politico.
Atti creativi, partecipazione, suggestioni, anti-design, parole che trovano un rinnovato eco nel tema della “Decrescita”, già affrontato da autori come Serge Latouche e che lui immagina e applica a un’architettura programmata sugli sviluppi nel tempo dell’ambiente circostante e dove l’elemento naturale del verde è parte integrante del costruito. Un’architettura capace di auto generarsi per allontanare il degrado e il compito dell’architetto quello di intervenire nel mondo circostante, operando un nuovo “Rinascimento” del pensiero, dei valori e delle opere, nello sforzo di reintegrare il delicato equilibrio uomo/natura.
Come dice autorevolmente Gillo Dorfles, “Riccardo ha inventato l’arte povera molto prima che questa diventasse una corrente ufficiale”.
E’ stato infatti tra i primi ad assemblare materiali poveri e di riciclo, come latta, carta, rame, ferro, lamierino, ceramica, vetro, legno, stoffa, trasformandoli, con pazienza e capacità artigianali, in opere d’arte. E c’è stato poi un momento in cui Dalisi ha fuso arte e design, in cui tutto il suo mondo di artista si è espresso in sculture caffettiere. Nel 1979, incaricato dalla ditta Alessi di produrre una versione della classica napoletana, inizia il suo lavoro di ricerca sulla caffettiera napoletana. Dai prototipi inventati nel quotidiano rapporto coi lattonai ed i ramaioli di Rua Catalana a Napoli, Dalisi ha sempre sperimentato nuovi usi e funzioni per quello strumento che è ormai diventato il fulcro di un’opera buffa del design, premiata con il Compasso d’Oro nel 1981.
E grazie alla sua ricerca espressiva, che spazia nel mitico, nell’arcaico, nel sacro, si è potuti entrare nella storia d’un popolo, nell’anima di una città attraverso un processo di analisi storica e sociologica; la caffettiera si è animata, si è fatta produzione fantastica, espandendosi sempre più.