Sant’Anna abbandona il petrolio

FRANCESCO DOGLIO – Arriverà presto in Italia, grazie all’intraprendenza di Alberto Bertone, la prima acqua minerale in biobottiglia, realizzata con una plastica naturale che si ricava dalla fermentazione degli zuccheri anziché dal petrolio.

Ecco come l’azienda presenta la novità: “Acqua Sant’Anna è la prima azienda privata a sposare una politica ecocompatibile con una iniziativa di tale portata. Si tratta della prima iniziativa del genere in assoluto in Italia e prima al mondo rivolta al mass market. L’impiego di risorse annualmente rinnovabili, anziché del petrolio, riduce la dipendenza dai combustibili fossili e, grazie a processi manifatturieri più sostenibili, contribuisce all’abbattimento delle emissioni di anidride carbonica, la causa principale dell’effetto serra. La nuova biobottiglia, garantendo performance identiche a quelle del Pet, permetterà ogni 50 milioni di bottiglie un risparmio di 13.600 barili di petrolio e ridurrà le emissioni di anidride carbonica pari a quelle emesse da 3.000 auto che percorrono in un anno circa 10.000 chilometri ciascuna. Sarà Sant’Anna, marchio leader di Fonti di Vinadio, azienda a capitale interamente italiano, a mettere in commercio, prima assoluta in Italia e prima al mondo rivolta al mass market, un’acqua minerale che utilizza una bottiglia realizzata interamente con una rivoluzionaria plastica naturale che si ricava dalla fermentazione degli zuccheri delle piante anziché dal petrolio”.

Dopo l’attenta sperimentazione, che ha dato risultati incoraggianti, in questi giorni l’imprenditore Alberto Bertone, CEO e Presidente di Fonti di Vinadio, sta definendo gli ultimi accordi con la grande distribuzione per la commercializzazione della biobottiglia. Oltre ai contatti con il mercato italiano, dove il marchio Sant’Anna è leader, si sta costruendo una piattaforma di lancio all’estero.

La nuova bottiglia ecologica di Acqua Sant’Anna non utilizza neanche una goccia di petrolio! Oggi Acqua Sant’Anna è la prima azienda privata a sposare una politica ecocompatibile con una iniziativa di tale portata. Oltre un anno fa, Alberto Bertone decise di sperimentare a Vinadio, nel cuore delle Alpi Marittime, l’imbottigliamento dell’acqua minerale con un materiale innovativo proveniente dagli Stati Uniti. Si fece carico privatamente di importare in Italia la materia prima, con la collaborazione di NatureWorks LLC, il primo produttore al mondo su scala industriale della plastica naturale denominata Ingeo™. Bertone ha fatto produrre con la bioplastica le preforme, ovvero l’ “embrione” della bottiglia, dalla forma simile ad una provetta, che all’interno dello stabilimento di Vinadio viene riscaldata e soffiata fino ad assumere la forma della classica bottiglia, poi raffreddata, lavata e riempita. Per dar vita alla sperimentazione, l’acqua minerale in biobottiglia Ingeo ™ è stata prodotta in circa 1 milione di esemplari, sottoposta per molti mesi a numerosi test per verificarne le caratteristiche ed il comportamento. I test hanno portato risultati ottimi, dunque la nuova biobottiglia di Acqua Sant’Anna sarà prodotta con la plastica naturale che si ricava dalla fermentazione degli zuccheri delle piante, anziché dal petrolio, garantendo performance identiche a quelle delle plastiche tradizionali. “L’impiego di risorse annualmente rinnovabili, anziché del petrolio, per produrre questa plastica naturale – spiega l’imprenditore Alberto Bertone – riduce la dipendenza dai combustibili fossili e, grazie a processi manifatturieri più sostenibili, contribuisce all’abbattimento delle emissioni di anidride carbonica, la causa principale dell’effetto serra. Sostituendo il petrolio con una risorsa rinnovabile di origine vegetale, si impiega il 67% di combustibili fossili in meno rispetto alle plastiche tradizionali.”

“Un esempio concreto – prosegue Bertone – può spiegare con maggior chiarezza la rivoluzione epocale che costituisce il principale potenziale di Ingeo ™ : se consideriamo 50 milioni di biobottiglie del peso di 27 grammi ciascuna, rispetto alla stessa quantità di bottiglie prodotte in comune PET, risparmiamo 13.600 barili di petrolio, ovvero la stessa quantità di energia che serve a fornire elettricità a 40.000 persone per un intero mese! Inoltre, riduciamo le emissioni di anidride carbonica pari a quelle emesse da 3.000 auto che percorrono in un anno circa 10.000 chilometri ciascuna!”

“A Vinadio siamo in grado di produrre 50 milioni di bottiglie in una settimana di lavoro. E oggi in Italia si devono smaltire ogni anno oltre 5 miliardi di bottiglie!”

La strategia aziendale prevede una prima fase sperimentale per la commercializzazione dell’acqua Sant’Anna in biobottiglia, con una circolazione di un numero limitato di esemplari e all’interno di un’area geografica circoscritta. Oltre al fatto che Sant’Anna sarà l’unica bottiglia di acqua minerale attualmente in vendita prodotta al 100% con plastica naturale, questa prima fase permetterà all’Azienda, che si avvarrà della collaborazione di partner qualificati, un monitoraggio attento e preciso, per poter raccogliere dati precisi sull’impatto del nuovo prodotto sul mercato e sul comportamento dei consumatori.

Contemporaneamente, Acqua Sant’Anna sta procedendo ad un confronto costante con operatori, enti pubblici, privati e associazioni di categoria che si occupano di questioni ambientali e soprattutto ha già provveduto ad informare chi si occupa della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti, relativamente a questa iniziativa commerciale, al fine di permettere la valutazione delle varie opzioni dello smaltimento, nonché quale filiera meglio si adatti a queste nuove materie plastiche.

Dopo la prima fase sperimentale, la volontà dell’azienda è di immettere sul mercato un numero molto più elevato di bottiglie, pertanto sono in fase di verifica le varie opzioni di smaltimento: dal riciclaggio al compostaggio. Infatti, una volta deposta in ambiente idoneo allo smaltimento, la bottiglia prodotta con questa rivoluzionaria bioplastica si decompone completamente in circa 80 giorni.

Sant’Anna, da sempre responsabile ed attenta, si preoccupa delle materie prime, non solo da dove provengono, ma anche dove vanno a finire.