Siamo il 70% di acqua ma oggi, proprio dalla placenta all’acqua. ci stiamo avvelenando.

Noi umani stiamo diventando microplastica. Dalla placenta all’acqua che beviamo non esiste un posto che sia immune da questa aggressione. Ogni settimana cinque grammi riempiono il nostro stomaco. Da qui la necessità e l’obbligatorietà di bere l’acqua del rubinetto che può sicuramente rappresentare la differenza.
E oggi, nella giornata mondiale dedicata alla risorsa acqua, l’Associazione no profit H2O Milano a distanza ormai di quasi vent’anni è ancora sulle barricate per promuovere comportamenti virtuosi e fare la propria parte nella difesa del pianeta in cui viviamo.
L’inquinamento delle microplastiche ormai riguarda tutto e tutti e quindi è indispensabile e non più rimandabile fare attenzione a molte cose, privilegiando l’acqua potabile del rubinetto anziché le bottiglie in pet fino ad affrontare la problematica degli imballaggi del cibo.
Dobbiamo batterci per eliminare la percezione sbagliata e la scarsa fiducia accordata dagli italiani all’acqua “del sindaco”. Lo studio “Libro Bianco”, pubblicato da Fondazione Veronesi a luglio del 2022, spiega che soltanto il 29,3% delle famiglie italiane si disseta con l’acqua del rubinetto. Un po’ di aritmetica dunque: una famiglia media di 4 persone, che beve quotidianamente acqua in bottiglia, richiede in un anno ben 72 kg di plastica. Soddisfare una simile necessità equivale ad utilizzare, a sua volta, 137 kg di petrolio e ad emettere 242 kg di anidride carbonica.
Ecco perché è di fondamentale importanza la Direttiva UE 2020/2184 che prende in esame «la necessità di sviluppare strategie di monitoraggio e prevenzione incentrate sull’analisi di rischio sito-specifica, al fine di garantire la salubrità delle risorse idriche e, simultaneamente, prevenire e controllare un potenziale stato di inquinamento originato da parametri relativi a contaminanti emergenti, come le microplastiche, non attualmente regolamentati». La direttiva stabilisce, dunque, «una metodologia per identificare e gestire i rischi di qualità nell’intera catena di approvvigionamento idrico» e «un elenco di controllo di sostanze emergenti come le microplastiche o gli interferenti endocrini». In attesa del recepimento pieno della nuova normativa comunitaria, che auspica una «riduzione del 17% dell’uso di acqua in bottiglia di plastica, con un risparmio stimato in 600 milioni di euro», possiamo dire subito addio alle bottigliette d’acqua, di cui l’Italia è il secondo paese al Mondo per consumo.

Ed ecco perché in questo contesto, proprio oggi nella giornata mondiale dell’acqua, siamo orgogliosi di annunciare il partenariato con lo IUSVE, Istituto Universitario Salesiano Venezia, con il quale condividiamo l’obbiettivo di contribuire allo sviluppo delle attività formative attraverso un Diploma Universitario di primo livello in comunicazione sociale per imprese non profit proposto e diretto dal docente architetto Paolo Schianchi. Scopo del corso universitario IUSVE, condiviso da H2O Milano, sarà quello di sviluppare conoscenze e competenze che creino la figura di Manager della Comunicazione Sociale, soggetto che si farà carico in questo caso, attraverso la sua comunicazione sociale, di convincere le comunità a BERE L’ACQUA GIUSTA e ARGINARE L’INQUINAMENTO DI PLASTICA che, da qui al 2026, POTREBBE TRIPLICARE come ci allarma uno studio dell’Ocse.
Questo partenariato nasce dalla necessità che tutti i soggetti che si battono per tutelare diritti civili e sociali all’insegna di un’etica e una morale del vivere civile devono fare squadra e introdurre azioni comuni risolutive.

 

 

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