Consiglio dei ministri. Un provvedimento di prevenzione. Da Bangkok l’allarme degli scenziati.
Piove ma è troppo tardi. L’autunno e l’inverno sono stati caldi e secchi e non basta qualche acquazzone primaverile con fiumi e bacini in leggera risalita per invertire la rotta. La siccità resta una calamità nazionale e il consiglio dei ministri ha proclamato – per le regioni del centro nord – lo stato di emeregenza.
Il sottosegretario alla presidenza, Enrico Letta, ha spiegato che si tratta comunque di una misura di prevenzione. “Lo abbiamo fatto nel caso che l’emergenza si aggravi sia per l’agricoltura che per l’energia elettrica. I dati della protezione civile ci rassicurano”. “L’iniziativa serve per affrontare l’estate con misure condivise” ha sottolineato il ministro dell’Ambiente, Alfonso Pecorario Scanio ” e dà alla presidenza del consiglio, alla protezione civile ed ai ministeri competenti gli strumenti adeguati per garantire il giusto lavoro di prevenzione e per affrontare la crisi idrica”.
“Niente allarmismi nel campo elettrico, stiamo attuando il piano che ci consente di stare in sicurezza”, ha affermato il responsabile dello sviluppo economico, pierluigi bersani, che ieri ha distribuito “in consiglio dei ministri una nota informativa sulle azioni che il ministero sta mettendo in atto in campo elettrico per recuperare i 6.600 Megawatt che, ipotizzando la situazione più acuta, occorre trovare per stare in sicurezza”.
Intanto a Bangkok è stato firmato il terzo rapporto Ipcc del 2007 sui cambiamenti climatici, con cui si chiede ai governi del mondo di puntare sulle energie rinnovabili, frenare la deforestazione e di migliorare l’efficienza energetica. Per esperti e scienziati l’effetto serra si può contrastare senza costi esorbitanti, ma saranno cruciali i prossimi 20 anni. Le emissioni dei gas responsabili dell’effetto serra devono smettere di aumentare dal 2015 per poi ridursi gradualmente e arrivare nel 2050 a un 50-85% in meno rispetto ai livelli del 2000.