Alla deriva un iceberg gigantesco
Si è staccato dalla banchisa della penisola antartica sudoccidentale. È grande il doppio dell’isola d’Elba
WASHINGTON – E’ un pezzo di ghiaccio di dimensioni enormi: un iceberg di 41 chilometri di lunghezza e 2,5 chilometri di larghezza si è staccato dalla banchisa del Wilkins Ice Shelf, un’area che gli scienziati avevano previsto sarebbe collassata tra non meno di quindici anni. La causa dell’incredibile collasso, dicono gli esperti, è il cambiamento climatico. Ne ha dato notizia il Centro nazionale dati su nevi e ghiacci (Nsidc) dell’università del Colorado che ne ha anche diffuso le foto scattate da un satellite.
GRANDE SETTE VOLTE MANHATTAN – L’iceberg è grande il doppio dell’isola d’Elba e ha iniziato a staccarsi dal pack lo scorso 28 febbraio. «Questo è un segno del peggioramento del riscaldamento globale», ha detto lo scienziato David Vaughan (Servizio antartico britannico). Il gigantesco frammento che si è staccato rappresenta circa il 4% del totale del Wilkins Ice Shelf, che misura una superficie di quasi 13.000 chilometri quadrati (quanto l’intero Trentino-Alto Adige). Solo un sottile strato di ghiaccio rimasto ancora intatto impedisce ulteriori spaccature. Wilkins si trova a circa 1.600 chilometri di distanza dalla punta del Sudamerica sulla penisola antartica sudoccidentale.
AUMENTO RECORD DELLA TEMPERATURA – Negli ultimi 50 anni si è registrato in quest’area un aumento record della temperatura con più di mezzo grado Celsius ogni dieci anni. «La banchisa Wilkins era là da almeno un paio di centinaia d’anni, ma l’aria calda e l’effetto del frangente hanno provocato il distacco», ha spiegato Ted Scambos del Nsidc. Visto che l’estate nell’emisfero meridionale è al termine i ricercatori non si attendono altri sviluppi: «Per questa stagione lo spettacolo è finito», ha detto Scambos. Negli anni scorsi si staccarono due grosse parti non molto lontano dalla piattaforma Larsen. Nel 1995 era toccato a Larsen A, un blocco di ghiaccio di 75 chilometri di lunghezza e 37 km di larghezza, nel marzo del 2002 un satellite della Nasa osservò il crollo della piattaforma Larsen B, nella zona orientale della penisola antartica, una massa di 720 miliardi tonnellate di ghiaccio disintegrate in meno di un mese.
Da “Corriere.it”